lunedì 6 aprile 2009

LA TERRA DI MIO PADRE


Stamattina, quando ho sentito la notizia del terremoto a L’Aquila, non avevo consciamente percepito l’entità del disastro. Sai, prima rifai il letto, poi pensi a preparare Scritch per portarlo a scuola e così l’attenzione che dedichi al TG delle 8 è ad intermittenza. E in questi intervalli avevo solo appreso che si era verificato un terremoto, lì, da qualche parte nell’aquilano, e che alcune, poche, persone avevano perso la vita a causa del crollo degli edifici …
Nulla di strano quando si parla di un terremoto in una città a forte densità di edifici storici e quindi non adatti ad assorbire le scosse telluriche…”, penso forse cinicamente fatalista, visto che il telegiornale trasmette un’asettica emotività e pertanto non assorbo la gravità del disastro… un disastro che si tramuta poi nel corso della giornata in una vera e propria ecatombe.

Sarà stata la poca attenzione, ma la mia percezione è stata talmente blanda, che non mi sono nemmeno preoccupato di chiamare i miei parenti che vivono a Roseto degli Abruzzi in quanto li ritenevo certamente al di fuori della zona interessata dal terremoto.

Mi accorgo dell’ampiezza della scossa tellurica man mano che nel pomeriggio leggo i vari post sulla rete. Tutto parte dal commento di Nerv’infranti sul blog di Passodoppio, che so vivere dalle parti di Roma. E lì mi domando: com’è possibile che lei abbia percepito il terremoto a quella distanza?

Allora inizio a bazzicare incuriosito tra i vari siti d’informazione e mi accorgo tutto d’un colpo dell’enormità del disastro:
“Quasi cento morti accertati”, leggo, “Tra i 5,8 ed i 6,2 gradi della scala Richter l’intensità del terremoto”.

Resto a lungo a leggere sbigottito e passivo le varie notizie che si susseguono, i commenti degli esperti, le richieste della protezione civile. Poi mi casca l’occhio su due parole: “danni” e “Teramo”… Teramo?! Anche Teramo!?! Corri su Google, inserisci le parole chiave “Roseto” e “Terremoto” e così leggo che le scosse sono state percepite anche da quelle parti.

Chiamo subito mia zia per rassicurarmi che stiano bene e mi racconta della notte passata in automobile, dopo aver “ballato” a lungo nel letto, dopo aver percepito la nausea dovuto al movimento del pavimento, dopo essere uscita di casa terrorizzata.

La sento angosciata, mi trasmette tutta la paura provata la notte precedente e il suo immediato sentore su cosa mai potesse accadere in quell'istante nel luogo dell’epicentro tellurico. Mi trasmette la sua rabbia per tutti coloro che non hanno dato peso alle microscosse dei giorni precedenti (che poi tanto micro non erano) e che addirittura si sono esposti rassicurando la popolazione. E’ sconvolta per come la sua regione, gelosa dei propri piccoli patrimoni, sia stata colpita da questo disastro, di come centinaia di anni di orgogliosa storia siano stati ridotti in polvere… poi, nonostante abbia cercato di rimuovere l’emozione, si lascia andare in un pianto liberatorio quando inizia a parlare delle vittime di questa catastrofe, di persone rimaste sepolte nelle proprie case… di famiglie cancellate, secondo lei, dalla continua abitudine della politica di non voler creare panico per non dover affrontare i danni economici derivanti da un eventuale e duraturo falso allarme,… quando in certi casi mille falsi allarmi sarebbero preferibili ad un inutile e postumo rimpianto.

Lei non riesce ad andare avanti, tra un singhiozzo e l’altro. La saluto.

… mi è venuto il magone: ho assorbito tutta l’angoscia di chi ha vissuto quei momenti di paura. Ho realizzato le ferite profonde inferte quella notte alla popolazione …. Una terra devastata…

Arrivano foto a raffica: Macerie, cumuli di sassi che ricordano case, soccorritori all’opera, persone ferite che ne aiutano altre, storie strazianti di vite tragicamente e prematuramente concluse …. Un giorno di sole in una giornata nera… Onna, 400 abitanti, rasa al suolo, L’Aquila ridotta peggio che nel dopoguerra… la terra di mio padre sanguina… centinaia di vite spezzate e mille anni di storia cancellata…

E io da qui, come al solito, non posso fare nulla per la mia terra….

7 commenti:

passodoppio/nerv'infranti ha detto...

Mi dispiace di averti allarmato così, ma del resto, a quanto pare, tutto il web è stato, ed ormai è consuetudine, più celere della tv. Noi siamo usciti, altrimenti avremmo acceso internet per capire.
:-(((
Personalmente, ho la borsetta pronta vicino alla porta...

Unknown ha detto...

una preghiera è tutto ciò che posso fare, purtroppo certe disgrazie lasciano sbigottiti, indifesi, senza parole...

Raperonzolo ha detto...

Ti capisco. Pensa a quanto sto lontana io! Questa mattina l'ho saputo solo perché mi ha mandato un messaggino una mia amica inglese. Mi è preso un colpo. Non avevo ancora neanche acceso la radio.

Elena Galli ha detto...

mi unisco allo sgomento da qui. da lontano. dove i tg purtroppo non ti raccontano niente.
ma dove i blog stamattina mi hanno raggelato.
un abbraccio

Mammamsterdam ha detto...

Daddy: anch'io ci ho messo tanto, ma tanto a realizzare. E ancora non realizzo davvero.

(mia zia sta sotto, in un centro storico totalmente distrutto. Ma è una cosa che ancora non arriva alla mia coscienza. Ancora non ci vuole arrivare)).

emily ha detto...

io nn riesco nemmeno ad immaginarlo.

Daddy SuperMaxiEroe ha detto...

Scusate le latitianza.
@passodoppio: non mi hai allarmato, mi hai permesso di comprendere l'entità del disastro. Grazie.

@2Gemelle: grazie...

@Rape: per te che sei così lontana dev'essere anche peggio. Io ho potuto solo contribuire economicamente, ma i miei parenti abruzzesi hanno messo a disposizione diverse camere e letti...una goccia in mezzo al mare...

@wwm: un fulmnie a ciel sereno!!!

@mammamsterdam: tua zia sta bene? E' riuscita a mettersi in salvo? Io non riesco più a riconoscere luoghi che ho visitato negli anni. Hai visto che fine ha fatto la Torre Medicea a Santo Stefano di Sessanio? Cmq molto confido nella capacità di rialzarsi degli abruzzesi.

@emily: a chi lo dici...

Grazie a tutti....