mercoledì 25 febbraio 2009

UN MINUTO DI SILENZIO

I casi della vita…

Ieri ho scoperto di aver perso un amico ritrovato dopo tanti anni…Celestino: era un compagno dai tempi del militare con cui avevo condiviso 12 e più mesi di gioie e dolori, un ragazzo semplice, leale e solare, uno con la testa sulle spalle…stava per diventare padre, ma un destino beffardo l’ha privato di questa felicità. Aveva 33 anni ed è morto in un banale incidente stradale…

E allora rifletto su tutti i carissimi amici che ho smarrito in questi anni. Ho serie difficoltà ad accettare queste cose: lo so che da una certa età in poi questo tipo di notizie saranno sempre più frequenti, ma mentalmente avevo messo la lancetta oltre i 70 anni. Scoprire invece che il paradiso apre le porte anzitempo ai tuoi coetanei in così tanti casi, mi lascia con molti pensieri contrastanti.
Ho 35 anni e in tutto questo periodo sono venuti a mancare troppi amici, tutti miei coetanei, tutti ottimi amici: chi per malattie, chi per incidenti.
Alberto (17), Gianluca (19), Martina (26), Andrea (29), Celestino (33), Luca (34) …6 carissime persone si sono spente lasciando un improvviso vuoto, chi con dignità, chi soffrendo, chi invece non ne ha avuto il tempo per rendersene conto.

In momenti come questi realizzo come sia facile svegliarsi al mattino, programmare il futuro ed inaspettatamente non poter vedere la fine della giornata….

In momenti come questi trovo nuova grinta per riprendere a “vivere” ogni istante della giornata, a godermi consciamente ogni momento “buono” con la mia famiglia, a vivere senza rimpianti, ma senza per questo esagerare …

Vivere sapendo di vivere… è molto diverso che tirare la giornata,…anche nei momenti più bui.
Quando però mi giungono queste notizie, mi si apre sempre una piccola crepa… ma ogni tanto servono pure queste cicatrici per svegliarsi dal torpore…

Io sono una persona fondamentalmente ottimista, non illusoriamente, ma con positiva concretezza. Ho affrontato molti ostacoli, più o meno dolorosi, ma non mi sono mai lasciato abbattere dalla sconforto, riuscendo, sino ad oggi, a superarli con la voglia di superarli, ad aiutare chi mi è attorno, per ritrovare il sorriso e la gioia di svegliarsi ogni mattina.

Sono debitore con chi è dovuto partire prima di me, perché quanto successo a loro mi ricorda di respirare la vita a pieni polmoni. E grazie a loro ritorna il sorriso....

Questi sono pensieri in libertà e, per definizione, non hanno né forma né guida…

lunedì 23 febbraio 2009

QUAL' E' IL LIMITE TRA EDUCAZIONE E PROTEZIONE?


Con questo post so già che mi tirerò dietro molte critiche, ma credo di aver comunque agito per il bene di mio figlio...

Facendo i compiti con Scritch ho sfogliato il suo quaderno di italiano ed ho letto un pensiero che aveva scritto in classe.
Il titolo: Tu ti senti protetto quando....
La risposta mi colse impreparato...

"Mi sento protetto dalla Nonna, perchè quando vado al mercato, quasi tutte le volte mi perdo perchè loro (noi genitori) si allontanano ed io ho paura".

Prendendo l'affermazione con il giusto peso, quindi senza drammatizzare, mi soffermo però sul contenuto di quanto letto. Le poche righe mi hanno lasciato abbastanza basito e stranamente confuso. Non tanto perchè avesse scelto la figura della Nonna rispetto a noi, ma quanto per il fatto che afferma di perdersi in nostra presenza, mostrando una "bizzarra" paura mai comunicata prima.

Ho chiesto gentilmente a Scritch di leggermi ciò che aveva scritto e dopo aver terminato l'ho pregato di spiegarmi con parole sue il pensiero che lo aveva portato a raccontare quelle cose. La mia domanda nasce dal fatto che Scritch sarà andato 1, forse 2 volte con la Nonna al mercato e dall'oggettiva constatazione che con noi non si è mai perso nei luoghi pubblici.
Scritch sorridente ed euforico mi rassicura subito che oltre alla Nonna, si sente protetto anche da me e da Chihuahua, anche se non l'aveva scritto perchè "non c'era abbastanza spazio", ma poi... arriva la mazzata...!!

"Ma noi non ti abbiamo mai perso di vista quando siamo andati nei luoghi affollati, perchè dici invece che ti perdi e che non ti senti protetto con noi?" gli ho chiesto con tutta la dolcezza possibile, per non farlo sentire sotto inquisizione.
"No, una volta è successo, ero con te, papi, non ricordi?!"...
...Brivido gelato lungo la schiena!!...

Qualche anno fa avevo fatto con Scritch la medesima cosa che avevano fatto i miei genitori con me; e siccome su di me aveva avuto un effetto decisamente utile e "vitale", ero convinto che potesse insegnare a Scritch la stessa cosa che avevo appreso io.

E' estate, siamo al centro commerciale, semivuoto, soli, io e lui.
Scritch ha il vizio, come tutti i bambini, di distrarsi continuamente senza mai verificare se i gentiori siano in zona. Così, dopo avergli ripetuto decine di volte "Forza, vieni..!", "Dove stai andando, sono qui..!" e "Guarda che ci perdiamo...!" ho voluto preparare e verificare le reazioni di Scritch ad un eventuale smarrimento. No, non è perfidia, sadismo o incoscienza, si tratta di un'estrema precauzione, nell'eventualità (che mi auguro non accada MAI!!) che ci dovessimo separare in un luogo affollato e non ritrovare. Infatti non credo che SPERARE che ciò non accada sia la soluzione migliore per risolvere la situazione nel momento in cui POSSA realmente accadere. Credetemi, non l'ho fatto con il sorriso sulle labbra, ma con l'ansia nel cuore...

Ebbene, dopo aver preso Scritch, essermi assicurato che avessi la sua completa attenzione, gli ho detto: "Ascolta, se ci dovessimo perdere, non avere paura, tu vai da una signorina vestita così (indicando la veste del personale del centro commerciale) e dille che hai perso il papà e se può contattarmi. In ogni caso, tu non uscire per nessuna ragione dal centro commerciale, ne da solo ne con qualcuno, e fatti accompagnare lì (indicando il punto informazioni). Così io saprò dove poterti ritrovare." Avuto conferma dell'avvenuta destinazione dell'informativa, abbiamo ripreso il giro e dopo l'ennesimo "Forza, seguimi..." mi sono reso invisibile, pur tenendolo SEMPRE sott'occhio. Scritch ci ha messo ben 2 minuti per rendersi conto che non ero più in zona, e dopo una breve ricerca con lo sguardo nell'area circostante, l'ho visto incamminarsi tranquillamente verso il punto d'informazione, continuando a guardarsi attorno. Poi ho notato come si è avvicinato ad una ragazza chiedendole di aituarlo a cercare il papà. Io, che l'avevo sempre seguito, nel frattempo gli ero già alle spalle, pronto ad abbracciarlo con un grande sorrisone.
Lui si è girato e con tutta la tranquillità di questo mondo mi ha candidamente detto: "Ti avevo perso, ma ho fatto come mi avevi insegnato tu! Sono stato bravo?".
"Sei stato bravissimo, ed infatti hai visto che ci siamo ritrovati.".

Non gli ho mai detto di averlo fatto apposta, perchè non deve essere preso come un gioco! Poi l'ho fatto riflettere su ciò che era accaduto e da allora ogni volta che andiamo in un luogo pubblico gli chiedo di dirmi quale posto devo ricordarmi per andarlo a prendere se dovesse perdersi (questo anche per insegnargli il senso d'orientamento). Io ero felice ed orgoglioso per come aveva reagito il piccolo e da allora non se n'è mai più parlato...
Fino all'altro giorno...

Il mio gesto, pur sembrando folle, avrebbe dovuto aiutarlo a crescere, come fece con me: quando ero piccolo siamo andati con la mia famiglia, i miei zii ed i cugini al Mercato delle Pulci di Francoforte. Gira che ti rigira, nella calca di gente noi ragazzi ci troviamo irrimediabilmente separati dagli adulti. Lontani da casa in un città sconosciuta, mio cugino, di un anno più grande, inizia a piangere dalla paura, io e mio fratello invece, "addestrati" per anni a quell'eventualità, abbiamo preso i cugini per mano e ci siamo diretti tranquillamente al punto d'incontro prestabilito. Dopo qualche minuto sono giunti anche gli adulti e tutto si è risolto.
Perché non ripetere il medesimo percorso educativo anche con Scritch in un ambiente controllabile come un centro commerciale deserto? Che abbia sottovalutato qualcosa? Non riesco a valutare quanto ne abbia realmente sofferto o in che modo lo possa aver colpito, ma al tempo stesso non credo di aver sbagliato perche credo che coprirlo costantemente con una campana di vetro (come fa appunto la Nonna, che oggi lo “protegge”, ma domani, quando sarà più grande, lo “assillerà”…) lo possa far crescere e fargli comprendere l'importanza di non perdere il controllo delle situazioni e soprattutto l’attenzione su ciò che gli accade intorno, evitando così il panico (nostro in primis!!).
"Mi sento protetto dalla Nonna, perché quando vado al mercato, quasi tutte le volte mi perdo perché loro si allontanano ed io ho paura".
Mah…va bene che i bambini in questi mini-temi scrivono cose dell’altro mondo (che se venissero presi per veri, credo che più della metà dei genitori perderebbe l’affidamento), ma fanno in ogni caso riflettere…

domenica 22 febbraio 2009

CARNEVALE: ANCHE QUEST'ANNO CE L'ABBIAMO FATTA!!

E anche quest’anno è andata: siamo riusciti a finire in tempo il costume per la festa in piazza del Duomo.
Come accennavo nell’ultimo post, nella mia famiglia c’è sempre stata la tradizione di farsi i costumi in casa, possibilmente con ciò che si riesce a trovare negli armadi, nelle cantine o nelle soffitte. Questo fondamentalmente per due motivi:
Primo per incentivare noi bambini (e le successive generazioni, vedi Scritch) a pensare a soggetti più “domestici” rispetto ai più diffusi personaggi televisivi.
Secondo, per coinvolgere tutta la famiglia nell’atmosfera carnevalesca, ormai molto affievolita in noi adulti, attraverso la realizzazione del costume.
Da piccolo infatti mi ricordo di essere stato una lattina di Sprite (molto scomodo), un soldato di tappi, un vecchietto centenario, ecc. Mia madre è riuscita nei decenni a trasmettermi questa tradizione genuina e, diciamola tutta, divertente ed ingegnosa.
Mentre ricordo che mia madre dedicava intere settimane per realizzare i nostri costumi, avendo mezza giornata libera, noi di tempo ne abbiamo molto meno, ma non per questo abbiamo desistito.
Così, dal 2006, ogni anno mi tocca “sacrificare” (bugia!!) qualche weekend o serata/nottata per realizzare i desideri carnevaleschi di Scritch. Fino ad oggi le richieste sono sempre state accolte ed i costumi realizzati in tempo.
Nel 2006 era lo “Squalo”, nel 2007 era il “Semaforo” (tema obbligatorio dell’asilo “segnaletica stradale”…?!?!?!?), nel 2008 era il “Pirata”…
Quest’anno era la volta di Peter Pan, che di prima battuta parrebbe una scelta semplice, ma se si considera di iniziare a cercare i materiali solo il venerdì pomeriggio, la difficoltà aumenta esponenzialmente. Alla fine, alla modica cifra di 3,60 euro per l’acquisto dei Pantacollant e del cartoncino verde (il resto era già presente indoor), ho ricreato il personaggio richiesto (che però potrebbe tra l’altro tranquillamente passare anche per Robin Hood!).
Scrtich era gasatissimo e non finiva di ringraziarmi, giocando con il coltello in cartone (rivestito di stagnola e adesivo isolante nero) che ero riuscito a realizzare in extremis.
In piazza del Duomo si è divertito da matti ed abbiamo passato un paio d’ore tra pinguini, cavalieri, conigli…
Anche quest’anno è andata…!!



venerdì 20 febbraio 2009

SMALL NEWS



Sono giorni d'infermo al lavoro (un giorno forse racconterò) e non riesco a trovare la tranquillità per buttare giù dei post, nonostante ne abbia in mente parecchi (sindrome da blog). Abbiate pazienza. Nel frattempo...

Brief news:

- Scritch ha ricevuto la prima pagella e siamo MOLTO soddisfatti dei risultati. La maestra ha voluto precisare che alcuni voti al ribasso sono stati decisi per "punire" la sua distrazione e la lungaggine nell'eseguire gli esercizi in classe, pur lodando la qualità dei suoi lavori.

- Sabato 21 a Monza è carnevale e venerdì pomeriggio ho preso apposta il permesso per dedicarmi alla creazione del costume. Per tradizione di famiglia i costumi li facciamo in casa e quest'anno Scritch ha deciso di vestirsi da Peter Pan... meno male, già temevo che la scelta ricadesse su quei dannati Gormiti!!! Quindi, al lavoro!!

- Proprio il giorno stesso in cui leggevo questo post scritch si è beccato un semplice raffreddore, ma la respirazione notturna a bocca aperta gli procurato un'infiammazione alla gola...quindi 2 notti di co-sleeping...ma ogni tanto è bello avere una scusa per coccolarsi il proprio cucciolo senza interferire con le precedenti indicazioni edicative ^-^

- Sabato sera mi incontro con i miei ex compagni di scuola. Avendo frequetato la scuola tedesca a Milano fin dall'asilo, con molti di loro si è creato un legame particolare indissolubile che va oltre il tempo. E vedersi dopo tanti anni fa sempre piacere, anche se poi si finisce sempre a raccontarsi gli stessi aneddoti da 16 anni!! Ma è bello lo stesso...forse saremo in più di quaranta...non male per una classe (veramente un'annata intera, quindi tre classi): 40 su 60 persone. Vedremo come andrà la serata.

domenica 15 febbraio 2009

KARATE KID - THE BEGINNING


Oggi Scritch ha dovuto affrontare il suo primo esame di Karate....perchè il karate? Bella domanda...non lo so!!

Prima però faccio un rapidissimo riassunto:

Io sono cresciuto in una famiglia in cui mio padre era stato portiere della serie B negli anni '50 e mia madre era insegnante di educazione fisica, entrambi stra-convinti che la Mens Sana dovesse assolutamente risiedere in un Coprore Sano. Ergo, io e mio fratello abbiamo passato la maggior parte del tempo libero dell'infanzia a svolgere svariate attività sportive: in primis fù l'atletica (8 anni), poi ci provarono con il nuoto (3 mesi, sigh!), in seguito mi inserirono nel mondo degli sport di squadra, come il calcio (3 anni, ovviamente nel ruolo del portire!), il basket (6 mesi), la pallamano (2 anni), il volley (dai 15 anni fino a quando mi sono rotto i legamenti, attorno ai 26 anni) e sporadiche apparizioni in mini campionati di hockey su prato (quante legnate!!). A questi sport, svolti ovviamente in parallelo, venivano agganciati corsi individuali di sport stagionali, come lo sci ed il tennis...

Diciamo che di attività fisica ne ho svolta parecchia e, legamenti permettendo, ho imparato ad essere uno "sportivo"...escludendo gli ultimi 10 anni...!

Chihuahua, invece, di sport ne ha fatto uno msolo seriamente, ma lo ha fatto davvero bene. Lei si è soffermata sul pattinaggio artistico, raggiungendo i livelli agonistici. Oggi insegna a me e a Scritch, con risultati discreti.
Curiosità: per molti anni il suo "cavaliere" è stato Andrea Fumagalli, detto Andy, un ragazzino mingherlino che la lasciava cadere a terra quando aveva difficoltà a sorregerla durante le evoluzioni, con tanto di lividi e contusioni ;-)...anni dopo, forse comprendendo che quello non poteva essere il suo futuro (scherzo, diventò molto bravo), fondò con Marco Castoldi, in arte Morgan, i Bluvertigo...

A questo punto che fine avrebbe potuto fare Scritch, con questi gentiori? Certo, anche lui avrebbe dovuto svolgere uno sport. Quale? L'unico sport adatto per un bambino di 3-4 anni era il nuoto, che come dissi in un precedente post, aveva anche l'utilità di fargli passare la paura dell'acqua...invano.

Così con la fine dell'estate scorsa e l'inizio della scuola ci siamo riproposti il problema: cosa facciamo fare a Scritch? Chiediamolo a lui...

"Voglio fare la lotta!"...ettepareva!! Avendo io subito la scelta degli sport da parte dei miei genitori, non volevo far passare le stesse pressioni a Sctich, almeno non a quest'età, e così chiesi ad un mio amico cultore delle arti marziali: "Fagli fare Judo, in modo che i bambini prendano le lezioni come un gioco rotolandosi per terra, senza fissarsi su schemi noiosi e faticosi da memorizzare". Ringrazio, cerco, ma mi arrendo. Non ci sono scuole di Judo a Monza per bambini di 5-6 anni.
Scopriamo che nella sua scuola nel tardo pomeriggio fanno un corso di karate, e collezionato il consenso entusiasta di Scritch, lo iscriviamo. Ovviamente lì ritrova molti dei suoi compagni di classe, ed è un bene, perchè così rafforza il legame con loro anche al di fori dalle pareti scolastiche.

Ebbene, sono passati 6 mesi, Scritch a Dicembre ha dovuto affrontare la sua prima sfida giungendo ai quarti di finale, con nostro immenso stupore: non lo avevamo MAI visto allenarsi in casa, nonostante le nostre richieste di poterlo vedere, e quindi credavamo non si ricordasse nulla, ed invece...

E oggi c'è stato l'esame per il passaggio di grado, da cintura bianca a cintura mezza gialla.

Abbiamo scoperto che Scritch ha fortunatamente preso da me e non da Chiuhuahua (non per vanto, ma per constatazione), perchè non si paralizza di fronte alle sfide e quando viene messo sotto pressione riesce a dare il suo meglio senza demoralizzarsi, anzi ritrovando la concentrazione e la grinta. Nonostante fosse il più piccolo sia in termini di età, sia in termini di statura, è riuscito a convincere i giudici ed è stato davvero bravo, anche se spesso tendeva a distrarsi cercando con gli occhi il nostro sguardo.

Dopo la consegna della nuova cintura, metà bianca, metà gialla (le mezze cinture, cosa di cui ignoravo completamente l'esistenza) ha passato 10 minuti a saltellare dalla felicità...!! BRAVO SCRITCH, te lo meriti!

Nota: per poter fare questo esame gli istruttori avevano organizzato uno stage preparatorio, DOMENCIA MATTINA alle 8.15!!!!!! Da morire!!! Il diploma poi è arrivato solo alle 15.45....fate vobis!!!

mercoledì 11 febbraio 2009

WIWE (VIVA I WEEKEND)


“Papà, quanti giorni mancano fino a Sabato?”
“Pochi Scritch, pochi!”
“Sììììììì!!!!!”
“Perché, cosa succede Sabato?”
“Perché passiamo tutto il tempo insieme fino a domenica e possiamo giocare e fare tanti lavoretti!!”

Per Scritch il Sabato è una meta che si prefigge mentalmente a partire dal lunedì mattina. Ogni giorno, mattina o sera, chiede “Che giorno è oggi? Quanti giorni mancano fino a Sabato?”, seguito rigorosamente dalla scenetta di cui sopra.

Per noi il weekend è sacro: significa concentrare il tempo perso in settimana, tra scuola, compiti, karatè (e soprattutto il mio rientro dal lavoro in tarda serata) in due giorni di full-immersion.

Weekend classico:
Sabato mattina, ore 8.00-8-30 circa (se ci va di lusso): si sentono dei piccoli passettini provenire dalla cameretta ed avvicinarsi al nostro letto, un breve silenzio e poi i miei piedi percepiscono un movimento veloce in direzione delle nostre teste. Si alzano le coperte giusto il tempo di avvertire un brivido di freddo e poi si riabbassano. Si sente un respiro che prima non c’era, ad intervalli brevi. La quiete dura pochi secondi, poi inizia uno strano saltellio che si conclude con una manina che accarezza goffamente la mia testa, con l’intenzione di trasmettere dolcezza. Non cogliendo alcuna reazione, la manina, con l’aiuto del braccio, mi cinge le spalle, e dopo qualche secondo mi accarezza il viso, scoprendo sulle mie labbra un inutile tentativo di sopprimere un sorriso partito sin da quando avevo udito i primi passi. “Papà, sei sveglio?”

Solitamente iniziano in questo modo le mattine dei nostri weekend, con tanti abbracci che si tramutano in lotte a suon di solletico, per concludersi con l’abbandono del campo di uno dei partecipanti (di solito io). Ogni tanto decidiamo di allearci contro Chihuahua d’Assalto (meschina alleanza maschile), che, poverina, scappa dopo pochi minuti.

Via con una rapida colazione e dopo aver assolto le ore da dedicare ai compiti, le nostre attività si dividono tra le stagioni autunno-inverno e primavera-estate, cioè attività da fare in casa (p. es. esperimenti, lavoretti con la carta/cartone, meccano/lego, etc..) o da sviluppare in giardino (p. es. costruire una tenda indiana, un aereo ad elastico, improvvisare un minigolf, etc…) o comunque all’aperto (p. es. trovare un percorso da fare in bici, pattinare, andare al lago, etc..). Cerchiamo sempre di escogitare qualcosa, l’importante è non annoiarsi.

E anche quando ci sono quei weekend in cui devo fare dei lavori per la casa, come riparare una porta, montare il gazebo, o sistemare il sottotetto, Scritch vuole sempre stare con me ed io cerco di coinvolgerlo, per farlo sempre sentire utile in modo che possa dire orgoglioso al Chihuahua “Sai che ho aiutato il papà!”.

Così passiamo i weekend sempre incollati, a fare, a giocare, a ridere, fino a quando alla sera crolliamo di stanchezza, ma felici e con Scritch che abbracciandomi mi confida sempre “Sai che ti voglio tanto bene?”…e io mi sciolgo in un grandissimo abbraccio.
Poi arriva la domenica sera e Sritch mi chiede: “Domani vado a scuola?”, “Sì, cucciolo mio”, “No!!”, e il lunedì mattina diventa un continuo “Ma io non voglio andare a scuola, voglio stare con te!”.

Non so se faccio bene a concentrare tutte le mie attenzioni solo nel weekend, ma d’altra parte ho un lavoro che non mi permette di godermi appieno mio figlio in settimana (anche se gli garantisco sempre di arrivare in tempo per dargli il bacio della buonanotte) e siccome adoro interagire con lui, lo faccio nell’unico momento disponibile, sacrificando volentiere altri svaghi. Ogni tanto vengo additato come colui che gioca soltanto, quando invece prendo seriamente il mio ruolo di genitore educatore cercando di distribuire con coerenza, saggezza e determinazione la mia funzione di padre in ogni momento della mia presenza. Mi piace proprio fare il papà!
Spero quindi che l’affetto di Scritch non sia dovuto unicamente alla minor presenza, ma da un sincero e profondo sentimento e rispetto costruito negli anni.
Nei prossimi anni, in base al raccolto, vedremo se avrò seminato bene….

venerdì 6 febbraio 2009

COSA VUOI FARE DA GRANDE?


Prima di cambiare casa quattro anni fa, Scritch non aveva per nulla un buon rapporto con gli animali: picchiava i gatti delle nonne che gli soffiavano o scappavano intimoriti appena lo percepivano, spappolava incuriosito gli insetti che gli capitavano sotto mano, accarezzava con eccessiva foga i cani dei vicini a rischio di spiacevoli e comprensibili reazioni. Poi, a due anni e mezzo, il trasloco in una casa con giardinetto...il Nuovo Mondo!
Qui ha potuto scoprire la varietà di animali e animaletti che frequentano i prati e, con l’aiuto dei vari libri sugli animali, abbiamo iniziato ad osservarli con attenzione. L’amore e la passione di Scritch per gli animali è cresciuta esponenzialmente e ha iniziato a comprendere che tutti gli essere viventi vanno trattati con cura, che nessuno di loro (mosche e zanzare escluse) devono essere uccise per gioco.
E così è iniziata la fase della raccolta: dapprima ha voluto raggruppare tutti i lombrichi che trovava mentre smuovevo la terra, poi si è messo a cercare quei scarafaggini rosso-neri delle piante, in seguito è arrivato il momento dei ragni, delle api, delle vespe, delle formiche, delle lumache e così via via per tutti mesi estivi.
Avrei dovuto intuire che la curiosità stava prendendo il sopravvento, ma …non l’ho fatto.


Durante questa fase la Nonna ha deciso un giorno di portare Scritch alla Fiera degli Animali, tornando con una misteriosa scatola.
Papà, guarda così mi ha preso la nonna!”…maledizione, le nonne che non riescono mai a dire di no!!!
Apre il coperchio del cartone ed è…un piccolo PAPERO, con le piume gialle e arruffate. Non mi era mai accaduto…!!
E adesso dove lo mettiamo?!
Eh, ... in giardino!”, sentenzia con ovvietà Scritch.
Il papero chiamato Donald (ovviamente) è cresciuto diventando una bellissima anatra (o meglio piccola oca, apertura alare di circa 1 metro) di estrema compagnia, perché seguiva chiunque fosse in zona, senza però farsi mai toccare. Il suo timore derivava dalla solita irruenza di Scritch nel volerla sempre abbracciare ed accarezzare. Dopo sei mesi però, una volta constatato il devastante impatto sul manto erboso derivante dall’immensa quantità di feci, è stato regalato a malincuore ad una famiglia della zona, dove tutt’ora vive.


Come sostituire questa improvvisa mancanza? E soprattutto, adesso che Scritch era più grande, quale animale sarebbe stato adatto per fargli comprendere le attenzioni che si meritano questi esseri? La scelta, effettuata soprattutto sulla praticità e la docilità dell’animale, è caduta sul CRICETO SIBERIANO: Fiocco. Quante coccole, come era affettuoso Scritch con questo piccolo e fragile esserino. Ci ha stupito la sua attenzione e la cura con cui maneggiava l’animale quando lo teneva in mano o quando lo faceva correre sul suo corpo, sul collo, sul letto. Bene, Scritch era pronto, aveva finalmente compreso. Da quel momento gli animali sarebbero stati al sicuro.


Così la primavera scorsa abbiamo accolto nella nostra famiglia una vecchia TARTARUGA da terra di nome Tata di circa 40-anni, proveniente dalla casa della zia. Scritch si è subito accorto che in fondo questi animali non sono così lenti come raccontano le fiabe, anzi…Inoltre sono voracissime e sono ghiotte di frutti, soprattutto fragole e lamponi.


La Omi, la nonna tedesca, un giorno arriva con un vasetto come quelli della marmellata pieno d’acqua, con dentro delle cose che si muovono.
Guarda un po’ cos’ho trovato in una pozzanghera in montagna?”: erano decine di GIRINI. Così ho dovuto costruire un terracquario (metà rettilario/terrario e metà acquario) adatto ad accoglierle, dimensioni 90x60x60, con piscinetta, fango e rocce. Dentro all’acquario ha potuto osservare giorno per giorno la straordinaria metamorfosi di queste strane creature, fino a quando non si sono completamente sviluppate.

Arriva l’estate e osservo Scritch mentre cerca invano di catturare le LUCERTOLE, ma non per strappargli la coda (tipico dei bambini, me compreso), ma “per vedere come sono fatte!”. Inizia così la preparazione per la cattura di queste bestiole. Cerchiamo innanzitutto di adottare quelle tecniche note ai nonni con il filo d’erba a cappietto, ma siamo sempre in posizione di sfavore. Allora si decide di cambiare tattica. Mi viene in mente di come al mattino le lucertole, quelle piccoline, siano più facilmente catturabili, dovuto al fatto che non si sono ancora scaldate al sole. Idea: prediamo la canna dell’acqua, ci avviciniamo furtivi alla parete dove esse sollazzano e presa la mira le bagniamo con il getto d’acqua, raffreddandole: la tecnica è innocua, ma le rallenta a tal punto che Scritch riesce a catturarle con la mani nude. Ne abbiamo prese tantissime e ci siamo divertiti un mondo gridando come dei matti: “Eccone una, corri, corri…!,Forza prendila Scritch…!”…Alla fine, fradici, le abbiamo rilasciate tutte, tranne 4, visto che Scritch voleva metterle nel terracqaurio con le rane per “farle compagnia”.

Infine, girovagando per una centro giardinaggio, Scritch si è appassionato ad un animale che non avevo mai visto dal vivo, il TRITONE, una specie di salamandra nera con la pancia rossa che vive nell'acqua. Originalmente chiamato Trito, ma purtroppo si è ammalato quasi subito.


Riepilogando, a novembre conviviamo con un gatto (storico di 17 anni), un criceto, una tartaruga, 4 lucertole una dozzina di rane. Purtroppo il criceto ci lascia in dicembre con Chihuahua più triste di Scritch. Sopraffatta dal dolore Chihuahua si lascia convincere dalle foto che trova su internet e decide di prendere in primavera 2 CONIGLI (autoctoni e ruspanti, non nani). Non è escluso l’ingresso di un RICCIO, una SALAMANDRA e di 2 SCOIATTOLI (per questi ultimi devo ancora compiere un’opera di convincimento), in ogni caso animali che si autogestiscano (quindi niente cani, troppo dipendenti dall’uomo) e che possa vivdere all'aperto, liberi o in grandi gabbie 3x3x2.
Con questo credo che la nostra famiglia sia al momento sufficientemente estesa.

Un giorno a scuola la maestra gli ha fatto la domanda: “Cosa vorresti fare da grande?”, indovinate qual è stata la risposta di Scritch?

Filmare e fare le foto agli animali in giro per il mondo!”…

lunedì 2 febbraio 2009

WATERPROOF KID


Ma quando la smetteranno di avere paura dell’acqua i bambini? Quando riuscirò a lavare i capelli a Scritch senza dover prima promettere sulla vita del suo coccodrillo di peluche “peferito” che non gli bagnerò gli occhi (salvo “incidente” in-volontario)? Eppure credevo di essermi mosso bene fino ad oggi…
…aveva 3 mesi appena compiuti quando abbiamo deciso di portarlo al corso di acquaticità per neonati. L’intenzione era ovviamente quella di fargli apprezzare sin da subito l’elemento ACQUA onde evitare futuri traumi derivanti dall’incontro con il Grande Mare. Ottima idea, davvero ottima….sin da subito è stato un supplizio: mentre i suoi altri compagni di nuoto perfezionavano l’immersione modello copertina dei Nirvana, Scritch iniziava a urlare e dimenarsi nel momento stesso in cui intuiva il motivo per cui veniva sistemato in posizione orizzontale e sentiva quella mano traditrice che gli appoggiavo sulla nuca per prepararlo all’immersione… Dopo 2 mesi di corso, in cui eravamo retrocessi in serie B, abbiamo deciso di sospendere le prove a causa di forza decisamente maggiore (una strana forma di allergia al cloro).
L’effetto che avevamo ottenuto era stato opposto alle aspettative.
Arriva l’estate. Scritch ormai stava compiendo un anno e dopo un breve ripasso nell’acqua dei laghi lombardi lo abbiamo portato al mare più tranquillo della zona, l’Adriatico! Acqua è bassa per 10 km, mare caldo dalle 11 di mattina e rovente dalle 16, onde inesistenti, pericolo zero. Abbiamo giocato parecchio, abbiamo tentato alcune immersioni (più o meno positive), ma poi ha capito che restare saldo al fondo sabbioso era sinonimo di sicurezza e quindi non appena ne sentiva la mancanza….
Gli anni a seguire li abbiamo passati a convincerlo con la calma che papà sarebbe stato attento a non fargli arrivare l’acqua in faccia se avesse tenuto la testa indietro, ma non appena sentiva la doccia bagnargli la nuca, si piegava in avanti con l’ovvio riversamento dell’acqua sulla faccia…1…2…3…4…5…100…non so quante volte ho contato per ricuperare la pressione salita alle stelle!! Passata la fase calma subentrava la fase ricattatoria con tono indemoniato:”O ti fai lavare la testa, oppure non ti leggo più le fiabe!!”…nessun effetto, anzi…allora, a quel punto, dopo più di mezz’ora di tragedie (e per fortuna non abbiamo altri condomini!!), subentrava l’azione coordinata doccia/mano-da-risciacquo: in 5,3 secondi gli passavo la doccia sulla testa e mentre si dimenava con l’altra mano gli toglievo di corsa lo shampoo…alla faccia del cambio gomme al pit-stop!!!
Quest’anno, a quasi sei anni e dopo un anno di nuoto interrotto per abbandono, abbiamo deciso di trovare un modo per superare definitivamente questa paura, possibilmente in modo NON traumatico. Cogliamo l’occasione delle vacanze estive e scegliamo apposta una meta che sia idonea a questa nostra esigenza…e la scelta cade sul Mar Rosso: quale posto migliore per piazzare la testa sott’acqua!!
Arrivati sul luogo, dopo un giorno di trattative sull’impiego della maschera e boccaglio, in cui Scritch si sentiva (ovviamente) soffocare, siamo andati al largo con lui aggrappato al braccio come una piovra. Non appena abbiamo intravisto una serie di pesci colorati, lo abbiamo istigato a guardare sottacqua, ma solo dopo un ultimatum verbale l’abbiamo convinto….da allora, e nei successivi giorni, ha imparato a nuotare da SOLO e quasi non tirava più fuori la testa dall’acqua (vedi foto di Scritch con la mamma Chiuhuahua). Dulcis in fundo, nelle piscine ha pure voluto imparare a fare apnea "come il papà" e gli ho insegnato a:
(1) tuffarsi senza tenersi il naso,
(2) non usare la maschera,
(3) tenere gli occhi aperti.
Ha passato gli ultimi giorni a nuotare sul fondo delle piscine e a fare a gara con me facendoci le facce buffe sott’acqua. Il traguardo era stato finalmente raggiunto!!!...Sì, almeno lo credevo….!!
Ieri sera ennesima scena come ormai da molti, troppi mesi. Scrich fa il bagno e appena prendo in mano la doccia: “Non mi bagnare la faccia!”…”Cucciolo, ma se vai sott’acqua?!”…Niente da fare…
Non ho più la pazienza…qualcuno ha qualche consiglio da darmi? Come possa fargli passare una paura che non ha motivo di manifestarsi, perché illogica?