domenica 18 luglio 2010

l'ALTALENA DELLE EMOZIONI...ANIMALISTE



Caro Scritch,


è sempre così bello vederti felice ed esaltato per delle cose fuori dal comune. Mi fai sorridere quando cerchi invano di contenere la tua emozione, saltando come un grillo e agitandoti senza contegno, mi dici con orgoglio che sei diventato papà pure tu…sì, papà di un piccolo merlo, unico superstite di una prole di tre, salvati da morte certa la notte del diluvio. Ricordi?


Al mattino avevamo scoperto che in un cespuglio del nostro giardino aveva nidificato una famiglia di merli, in cui tre piccoli pulcini appena piumati sbirciavano da oltre il bordo del loro nido, rigidamente protetti dalla loro madre. Il tuo entusiasmo per quella incredibile scoperta, pur non essendo la prima volta, non ti permetteva di tenere le dovute distanze necessarie per non disturbare la timorosa famiglia, e la continua curiosità per quelle bestiole che spalancavano il becco in alto in cerca di cibo ad ogni tuo rumore, ti faceva urlare ogni volta di stupore e di felicità, saltando di gioia. Poi il dramma: la madre non è più tornata (certo, con te che ronzavi continuamente attorno al nido!) e i piccoli, colti dalla fame, hanno iniziato ad agitarsi, cadendo rocambolescamente dal nido. Non ricordo più le volte che abbiamo tentato di riporli, inutilmente, nella loro dimora, usando pure dei guanti “vergini”, di tre misure più grandi delle tue piccole mani, nell’invano tentativo di evitare di trasmettere loro i nostri odori. Poi è arrivata la sera e con essa si è compiuto la prima parte del tragedia ….il cielo si è improvvisamente scurito, e per non lasciare i merlotti sotto la pioggia, li abbiamo indirizzati sotto un fitto cespuglio. Le due gocce pronosticate si sono però tramutate in un diluvio. L’istinto animalista di Chihuahua l’ha spinata, preoccupata, a scendere in pigiama con la pila in mano a verificare il loro stato e quando ha scorto che uno di loro si era spostato in mezzo al prato infradiciandosi completamente con il rischio di assideramento, la tua indole di salvatore di animali ha preso il sopravvento coinvolgendo tutta la famiglia: ci siamo trovati così tutti e tre in pigiama, sotto la pioggia, tu con l’ombrellino, a seguire le tue indicazioni su dove trovare eventualmente gli altri trovatelli. La gioia per aver salvato il primo trovatello, si è alternata alla pianto a dirotto per l’apparente morte del secondo, che nonostante le pessimistiche previsioni di Chihuahua, è riuscito a recuperare le forze grazie alle nostre interminabili cure. Solo a mezzanotte, una volta stabilizzato il loro stato, siamo riusciti a convincerti ad andare a letto, anche se l’adrenalina che avevi in corpo ti ha tenuto sveglio e sorridente per un’altra mezz’ora. Il mattino dopo alle sette eri già sveglio pronto a verificare il “tuoi” piccoli cuccioli. Neanche a Natale sei stato mai così ansiosi di svegliarti. Dopo due giorni in cui hai imparato ad imboccarli (anche troppo) come un premuroso genitore e a prenderti costantemente cura di loro (anche troppo) te ne sei uscito con questa frase: “sai che sono diventato papà pure io, perché devo accudire i piccoli…!” Ed è in parte vero, perché quando li porti nel pomeriggio in giardino, è quasi incredibile la scena in cui ti troviamo: sdraiato nell’erba con i tuoi merlotti, uno sotto l’ascella e l’altro sul tuo petto. Ma i tuoi sogni si sono presto spezzati, quando al mattino del terzo giorno una dei due, nonostante sembrasse stare meglio, in poco tempo è morto, probabilmente a causa di una bronchite, visto che era rimasto più esposto dell’arto alle intemperie. Tu hai ostentato un carattere duro, senza sentimenti, facendo quasi credere che non ti importasse più di tanto di quanto era accaduto. Poi però, quando siamo andati ai giardinetti, hai consegnato segretamente questo biglietto alla tua amica che però ha sentito l’obbligo di consegnarci per permetterci di comprenderti:


“Federica, uno dei miei 2 uccellini è morto. Si chiamava Locky e ne rimane solo 1, Blecky, e spero che non muoia. Quando era morto Locky mi è scesa una lacrima per volta e mi manca tantissimo. È la cosa più brutta del mondo. Ormai lui non può più stare sulla terra ma è nel paradiso degli uccelli, da Dio”


Solo dopo averti parlato della lettera ti sei lasciato andare ad un pianto dirotto. Poi, una volta calmato, ti abbiamo consigliato di non trattenere queste emozioni dentro di te ma di condividerle con noi. Però pare tu abbia preso dal nonno, che invece preferiva tenersi tutti i dolori dentro, senza comunicarli.


Fortunatamente è rimasto Blecky, l’ultimo dei tre merlotti. Per non obbligarlo a tenerlo in una gabbia, ormai capace di “svolazzare” oltre il bordo del cartone-nido, lo abbiamo lasciato libero in una parte della cantina, con finestra sul giardino. Così almeno era libero di muoversi in sicurezza (e lontano dalla gatta) potendo defecare senza particolari problemi (in casa sarebbe stato impossibile). Nonché ha pensato bene di suicidarsi….la quinta sera la nonna, che abita sotto di noi, arriva su piangendo con Blecky in mano, completamente ricoperto di sapone liquido. In cantina, infatti, un secchio era stato posato sotto ad uno di quegli erogatori del sapone che però si era rotto. Il merlo, nei tentativi di volo, c’era finito sfortunatamente in mezzo, impantanandosi, ingerendo e respirando quella sostanza chimica. In casa il panico: Chihuahua l’ha subito preso dalle mani della nonna e l’ha messo sotto l’acqua tiepida per togliere il grosso e le bolle che uscivano dal becco del volatile non lasciavano presagire nulla di buono. La situazione era grave: era evidente la difficoltà respiratoria del merlo e il destino sembrava irrimediabilmente. Di nuovo sembravi non curarti troppo della situazione continuando a guardare i cartoni animati e rispondendo “sì, lo so” alle domande se sapessi cosa stava succedendo al TUO piccolo. Ci risiamo, hai riattivato i tuoi scudi emotivi. Intanto Chihuahua, improvvisata veterinaria, continuava a prendersi cura di Blecky, ma i tremori e l’inutile sforzo del piccolo per prendere aria sembravano le ultime scene prima della capitolazione finale. Chihuahua era scissa tra il lasciarlo morire da solo per non avere il coraggio di assistere ad una lenta agonia e l’accudirlo fino all’ultimo atto. La seconda opzione ha prevalso e quando lei si è accorta che una bolla si stava formando sul petto di Blecky e che il collo lungo e tirato dello stesso era sinonimo di fine prossima, ha avuto la prontezza di prendere una ago, sterilizzarlo con il fuoco e di bucare il rigonfiamento. Appena ha trapassato la pelle e si è sgonfiata la bolla, il merlo ha ripreso a respirare, con fatica, ma regolarmente. La situazione era lontana dall’essere risolta. La tempra del merlo era seriamente compromessa.


Nel frattempo ti ho preso da parte e ti ho chiesto di trasmettermi le tue emozioni, di non fare come l’altra volta. Solo dopo aver iniziato a ricordare come era bello stare con Blecky, ti sei girato, mi ha abbracciato con forza, e ti sei lascito andare ad un pianto liberatorio. Solo dopo tre quarti d’ora sono riuscito a farti calmare. Blecky, superata la fase critica della respirazione difficoltosa, si stava lasciando andare e solo le cure della nonna per tutta la notte (sottolineo TUTTA la notte), che ha lavato il piumaggio e gli occhi con il latte per evitare irritazioni, arrivando anche al punto di fare una lavanda gastrica sparando il latte in bocca alla bestiola per obbligarla a defecare tutta la schifezza che aveva ingerito, ha fatto sì che vedesse l’alba del giorno dopo. Era sabato, tu dormivi ancora, ed io e mamma ci siamo decisi a portare l’uccellino dal veterinario. La sentenza è stata dura, come prevedibile: nonostante pare si sia un po’ ripreso, la quantità di detersivo ingerito lascia poche speranze. In un arco di 2-3 giorni potrebbe comunque morire di bronchite da intossicazione. Anche se il veterinario lo da per inutile, insistiamo nel richiedere degli antibiotici e dei ricostituenti. Inoltre ci informa che la decisione di Chihuahua di forare il petto del merlo è essenziale e stata degna di ER, in quanto senza quel tipo di intervento sarebbe certamente morto in pochissimi secondi/minuti. Chihuahua è orgoglioso e riportiamo Blecky a casa per farti una sorpresa.


Quando ti sei svegliato ed hai visto Blecky nel suo cartone di nuovo vispo, quando ormai la sera prima lo davamo per spacciato, per te è stato come vedere Lazzaro. L’emozione di gioia non era misurabile e gli abbracci si sprecavano. Hai addirittura rinunciato ad andare ai giardinetti per poterlo accudire.


Ebbene, sono passati solo 2 dei 3 giorni, e Blecky, al quale non è mai mancata la fame, oggi è stato in giardino e ha iniziando a volare dalla tua mano, dove ormai albergava da troppo tempo, all’albero vicino. Contro tutti i pronostici pare ce l’abbia fatta, sarà stata la sua tempra, saranno state le nostre cure, sarà stata la tua inesauribile attenzione per il TUO piccolo, ma pare che l’abbiamo salvato.



Questa altalena di tue emozioni ha trascinato pure me, che non sono notoriamente un amante di uccellini. Quello che però trovo curioso è che nonostante tu abbia avuto contatti con tanti animali, domestici e selvatici, è la prima volta che ti vedo così coinvolto emotivamente. Non ne capisco il motivo, ma è bello vederti in questo stato di genuino animalista…. in linea con il tuo sogno del “cosa vuoi fare da grande”.

mercoledì 10 marzo 2010

IL CAPPELLINO DEL GI-EFFINO

Odio scrivere qualcosa su un programma così insulso (mi perdonino gli appassionati, ma non lo reggo proprio), ma ieri sera sono rimasto a bocca aperta quando alle 20:18 è andato in onda questo servizio del TG5….

Va bene che l’Italia debba essere debitamente informata su chi sia l’ultimo litigioso egocentrico ad aver vinto ben 250.000 euro per non aver fatto assolutamente nulla per oltre 4 mesi consecutivi, ma non mi sarei mai aspettato che avrebbero dedicato addirittura più di 4 minuti (il 13% dell’intero telegiornale) alla “consacrazione” del nuovo mito corredata da un’intervista talmente “originale”, il cui testo è stato ampiamente utilizzato in tutte le precedenti edizioni (“stare lì dentro mi ha cambiato la vita”, “non me lo sarei aspettato”, ed altre ovvietà).

Il top del servizio è stato poi raggiunto negli ultimi secondi con il disperato “appello all’Italia”, un appello di vitale importanza che di seguito riassumo:

RESTITUITEMI IL CAPPELLINO!!!!

sabato 6 marzo 2010

FREDDURE SCRITCHIANE - BREVI BIS

MI ARRANGIO

Brevi Premesse:
(a) E' un periodo in cui Scritch si diverte ad aiutare Chihuahua a preparare la pizza in casa. Si mette il grembiule ed il cappello del cuoco, infine sale sulla sedia da cui sovrasta il "banco da lavoro" in cuicna ed inizia ad "operare". Il suo compitpo consiste nello spalmare il pomodoro con il cucchiaio e a posizionare la mozzarella un po' a casaccio sulla teglia. E' quasi diventata una tradizione del weekend ed ormai si sente molto sicuro e competente in materia.
(b) Uno degli argomenti che ultimamente stanno interessando molto Scritch sono spessi connessi all'incomprensione della morte e di ciò che segue. Domande nate, suppongo, in primo luogo dal fatto che la nostra gatta, Elsa, è molto vecchia e che quindi dobbiamo prepararci perchè "potrebbe lasciarci in qualsiasi istante".

Non mi ricordo più l'argomento trattato ma si parlava per l'appunto della possibilità che noi genitori un giorno lontano potessimo non esserci più, per un motivo o per un altro, e notando una certa indifferenza di Scritch all'ipotesi di tale eventualità gli domandiamo
"Ma non ti dispiacerebbe se non ci fossimo più? Come faresti poi a vivere? Chi ti coccolerebbe?"
Scritch fa le spallucce rispondendo:
"Beh, mi arrangerei: la pizza la so fare, al massimo se mi mancano i pomodori, vado di là, giro a destra allo stop e poi diritto fino al supermercato che già conosco e compro i pomodori con le monetine che ho nel salvadanaio. E per le coccole, non ti preoccupare, c'è la Elsa, quindi sono a posto."
.... O_o ....


LA RETRO

Siamo in giro in bici, e Scritch, facendo il "pistola" come al solito, si va ad incastrare tra cespuglio e muretto, non riuscendo più ad uscire.
"Vai indietro!", gli dice Chihuahua
"Ah, sì, ho le marce, adesso metto l'INDIETROmarcia...!!"

sabato 20 febbraio 2010

IL BIMBO È BRAVO, MA NON SI APPLICA

È la classica frase che molti genitori si sentono ripetere agli incontri periodici con gli insegnanti. È solitamente un modo per celare diplomaticamente i risultati mediocri dei piccoli alunni, che per un motivo o per un altro, non rispettano le aspettative dei maestri. Sin dai primissimi giorni di settembre le maestre di Scritch, che ha iniziato la seconda elementare, ci avevano convocati per segnalarci le continue distrazioni del bimbo che influivano negativamente sulle sue capacità di apprendimento e quindi di conseguenza sul suo rendimento scolastico nella sua totalità.

Chiacchiera spesso con i compagni ed essendo pignolo non finisce mai in tempo i suoi lavori”, ci dissero in quell’occasione. Infatti avevamo già notato qualcosa perché andavano a moltiplicarsi le note sul quaderno che riportavano frasi come “esercizio da finire a casa perché si è distratto troppo” oppure “questo è il lavoro dopo 3 ore contro l’ora e mezza dei suoi compagni”.

Dopo quell’incontro, in cui le maestre imputavano la colpa di questo comportamento alla probabile all’assenza di regole derivante dal semplice fatto che era figlio unico, considerazione di cui abbiamo fatto tesoro pur non approvandone completamente le motivazioni, abbiamo parlato con Scritch con severità, ma anche molta serenità, facendolo riflettere sulle conseguenze che poteva avere il suo atteggiamento se avesse insistito per quella strada offrendogli contestualmente la nostra disponibilità ad aiutarlo per rientrare nelle regole e nei tempi.

Con nostro stupore, perché non avremmo mai creduto che un bambino di quell’età potesse assimilare certi concetti, Scritch ha appreso in fretta le nuove regole, che gli imponevano di terminare i compiti entro un certo tempo, limite che veniva scandito da una clessidra che avevamo preso per l’occasione. Secondo noi era infatti l’unico modo efficace per un bambino di percepire il passaggio del tempo, visto che i precedenti tentativi dei conti alla rovescia sull’orologio non gli permettevano di cogliere al volo il fattore “tempo”. E la cosa ha funzionato, non subito, perché spesso l'ho sorpreso ancora a guardare in giro con la testa fra le nuvole, ma poco alla volta ha compreso l’importanza della concentrazione necessaria per rientrare nei tempi stretti ma giusti che gli davamo. Si è responsabilizzato a tal punto - non credo per nostro merito ma più per la sua presa di coscienza -, che sabato mattina, appena si alza, si mette subito da solo a fare i compiti perché vuole “finire prima per poter giocare tutto il resto del giorno”. Io non sono mai stato così, e come molti altri rimandavo fino all’ultimo momento possibile ogni mio impegno scolastico. Scritch no, e la cose ancora oggi ci sorprende.

Lo abbiamo poi anche martellato con le regole di non distrarsi a scuola, di comportarsi bene, ecc, minacciandolo di non voler più leggere le note delle maestre sui quaderni.

Con il tempo le note sono sparite ed i compiti della settimana, nonché quelli dei weekend, si sono rapidamente ridotti.

Durante dicembre poi c’è stato un periodo in cui Scritch lamentava un costante mal di pancia che però non era rilevabile dai vari esiti degli esami consigliati dalla pediatra. Abbiamo quindi comunemente dedotto che si trattasse di dolori di natura psicosomatica causati dalle incessanti e pressanti esigenze scolastiche, considerando che i sintomi apparivano sempre la sera prima del giorno di scuola o durante le lezioni. Inoltre a Gennaio ha iniziato a perdere sangue dal naso e dagli esami è stata riscontrata una leggera anemia, che come ben noto, crea ipertensione (Errata corrige del 23/02/2010: intendo dire un'elevata tensione nervosa derivante dai vari sintomi tipici dell'anemia, quali irritabilità, mancanza di concentrazione, palpitazioni, nochè debolezza e spossatezza generale, ecc.. Grazie a Giulia per il chiarimento ;-)).

Durante la manifestazione di questi disagi fisici la maestra ha più volte fermato Chihuahua davanti scuola lamentandosi che Scritch stava di nuovo iniziando a distrarsi e a distrarre gli altri e che i precedenti progressi sembravano quindi essersi sciolti come neve al sole. La cosa ci ha un po’ sorpresi, perché Scritch a casa non aveva modificato il suo comportamento o dimenticato le regole. Ciò nonostante abbiamo scambiato due chiacchiere con lui per sapere se aveva dimenticato la promessa fatta. Lui però non ci ha saputo dare spiegazioni della sua distrazione, confermando invece che riusciva a finire tutti gli esercizi e che era tra i più veloci della classe.

L’incomprensione è andata avanti fino alla consegna delle pagelle in cui siamo stati convocati insieme a pochi altri genitori, tutti con figli con problemi a scuola. Chihuahua, meno menefreghista di me, si è vergognata per la convocazione tra l’altro fatta di fronte a tutti i genitori al ritiro dei bimbi.

Io quel giorno non riesco ad andarci, ma Chihuahua mi riporta quanto emerso nell’incontro: subito la maestra ha di nuovo iniziato a dire che “siccome Scritch è figlio unico, probabilmente gli mancano delle regole….” Non ha fatto in tempo a finire la frase che Chihuahua ha iniziato al ribollire e le è subito saltata al collo, affermando che anche se figlio unico, in casa nostra vigono forse più regole che in case con più figli e che quindi questo non può essere l’elemento fondamentale per la sua distrazione (risposta della maestra: forse ci sono troppe regole! O_o Allora o son troppe o troppo poche?!). Chiedendogli poi maggiori spiegazioni per comprendere la serietà della loro insoddisfazione si viene a scoprire che Scritch è tra i più bravi della classe con tutti i voti tra l’8 e il 9….!!!! “Ma allora di che cosa si lamentano…!!!”, pensa Chihuahua più nera che mai. “Stanno a stressare un bambino che ha già mostrato i primi sintomi di nervosismo scolastico, che però, per nostra fortuna, adora ancora andare a scuola.”

Non finisce gli esercizi?” – “No, è tra i primi a finire.

Scrive male o è disordinato?” – “No, è molto preciso ed ordinatissimo e ha un quaderno esemplare.

E’maleducato con voi o i compagni?” – “No, anzi è sempre cortese e sorridente e gioca con tutti. Anzi, siccome è il più bravo a disegnare tutti gli chiedono di fargli i disegni e lui acconsente sempre.

Ah!! Allora è per questo che resta indietro?” – “No, lo fa sempre dopo aver finito i suoi lavori.

O_o …..??”

Non comprendiamo allora le continue riprese che ci vengono fatte.

E’ che si distrae troppo in classe e poi, pensa ancora troppo a giocare….”, dicono le maestre.

Se Chihuahua non l’ha azzannata è solo perché è rimasta troppo incredula per reagire.

Pensa troppo a giocare?! Ma se ha solo 7 anni a che altro deve pensare, il bambino??!”…pensa tra sé e sé.

In conclusione, le maestre ci hanno confidato che il motivo dei continui rimproveri è che si aspettano da Scrtich molto di più di quello che richiedono agli altri (dicono che abbia delle grande potenzialità…mah!!) e quindi vedono in ogni suo piccolo difetto la necessità di dover rimediare appena possibile. A noi però un bambino in media andrebbe comunque più che bene nel momento in cui fa il suo dovere. Riteniamo quindi che queste eccessive attenzioni ed esigenze siano un po’ esagerate. Andando avanti con queste pretese, qui rischiamo che Scritch si esaurisca e che inizi a maturare l’odio verso la scuola.

Anche se ci hanno comunicato di avergli dato due voti punitivi, due 7 anziché due 9, noi siamo più che felici e ci siamo permessi di fare tantissimi complimenti a Scritch per la sua ottima pagella e per aver mantenuto ogni sua promessa fatta. Per noi è bravo, anzi, di più, bravissimo…..anche se chiacchiera e fa il pagliaccio con le sue compagne di classe…pure se pensa ancora troppo a giocare….BRAVO SCRITCH!!! Sei il nostro orgoglio, comunque...

Note: le maestre restano per noi un punto di riferimento ed è fondamentale che il dialogo casa-scuola persista. Divergenze di opinione o chiarimenti sono fondamentali per permettere ai nostri bambini di crescere il meglio possibile, ma la collaborazione genitori-maestre non deve mai venire meno. Adesso le maestre sanno che è il loro compito quello di far rientrare Scritch nelle regole di classe e che le cause non sono da ricercare a casa. E’ sempre un passo avanti, no!? ^_^