Scritch è davvero strano: passa gran parte del tempo a fare il buffone con noi per farci ridere, ci fa vedere con orgoglio i suoi “capolavori” e i suoi voti (cercando egocentricamente l’approvazione), vuole che gli stiamo vicini quando legge un libro, ….
E poi, quando gli chiedi di condividere la canzoncina imparata a scuola o le mosse di karatè, si ritrae come un riccio abbassando lo sguardo, si attacca alla gamba come una piovra e mugugna qualcosa che dovrebbe significare un “noooohhh..!”
L’altra sera, all’ennesimo “noooohh….” alla richiesta di farmi vedere cosa dovrà fare alla prossima gara di karate, ho deciso di non desistere. Non riesco a comprendere come un bimbo così estroverso in mille situazioni, che non si lascia intimidire nemmeno quando viene sgridato, poi si nasconda dietro ad una incomprensibile vergogna. Allora mi sono comportato come faccio di solito quando devo snocciolare i misteriosi ragionamenti che si annidano nel profondo del cervello di Scritch. Significa avere molta pazienza, tatto e soprattutto tempo, perché devo sondare la sua mente con tutta la delicatezza del mondo e questo richiede sempre tanto, ma tanto tempo.
Di solito ci buttiamo sul letto, io e lui, me lo coccolo per benino e dolcemente cerco di comprendere le motivazioni che lo portano a comportarsi così. Le mie non sono mai domande penetranti, psicologicamente violente o minatorie. Allora capita che quando si sente pronto per parlare, quando la fiducia riposta diventa davvero cieca, mi stringa forte forte il collo tra le sue braccine lasciandosi sfuggire alcune lacrime liberatorie e mi confessi nell’orecchio i motivi che lo portano a certi comportamenti.
Questa volta però la risposta è stata “non lo so”! Semplicemente “non so perché mi vergogno”... Oibò, e adesso come faccio?
Cambio tattica, gli dico che il motivo per cui gli chiedo di farmi vedere le mosse di karatè è che vorrei imparare anche io a farle, visto che sono una schiappa (gli scappa un sorriso rompighiaccio). Per non trovarmelo nuovamente emotivamente raggomitolato, concordiamo che lui mi dirà cosa devo fare ed io eseguirò (erroneamente) le sue indicazioni, ma siccome denoterà un’eccessiva imbranataggine (“ma papà, tu non fai quello che dico!! Dei fare così!”), pian piano si deciderà, un passo alla volta, ad alzarsi dal letto per affiancarsi a me e darmi la dimostrazione di come si procede correttamente con le mosse.
Conclusione: adesso, ogni sera, Scritch mi chiede: “Papà, facciamo insieme le prove per l’esame di karatè?” Sembriamo il piccolo Davide (bravo) ed il grande Golia (rimasta schiappa) alle prese con le arti marziali.
“Solo con papà! Tu,... “ rivolgendosi alla madre, “...vai di là che non ci devi guardare!”… beh… meglio di nulla, no?!
Reflusso del neonato, cosa bisogna sapere?
6 giorni fa
13 commenti:
che tenero....
vi ci vorrei proprio vedere!!!!
non voglio farti preoccupare ma da piccola facevo come tuo figlio e quasi trent'anni dopo ho scoperto di avere problemi di ansia sociale nonché pochissima autostima... :)
forse, se mi avessero liberata dai pudori da bimba, non sarei arrivata a questo punto.
La tua strategia è ottima, spero che riuscirai a far sentire il piccolo a suo agio anche con gli altri! :)
Giu
@wwm: :-))
@Giu: grazie per la tua testimonianza. La reputo molto mpreziosa. Allora sono sulla strada giusta ;-)
concordo con wwm, ci vorrebbe un video :-)))
Allora è timido Scritch. mi ricorda uno Gniorpo One che fa il clown a scuola e poi si infila nel guscio, o si offende, o gli viene da piangere.
che tenerezza... io lo capisco: 'esibirsi' davanti agli altri è difficile, quando te lo chiedono, perchè si aspettano di vedere qualcosa di bello.
se invece ti esibisci quando sei di buzzo buono (in vena), allora tutto cambia: sei tu che decidi, e sei attore e regista insieme :)
@2Gemelle: Luca, mi vuoi proprio umiliare!! ;-)
@mammasterdam: due fotocopie!!! Da piccolo non lo era per nulla, anzi...adesso invece inizia a raggomitolarsi sempre più spesso...mah, tutto suo padre!!
@mammafelice: infatti, quando gli altri ridono perchè TU cerchi di farli ridere è un discorso, quando hai il timore che gli altri ridano perchè non sai fare una certa cosa...è tutta un'altra storia!!! La risposta alla nostra domanda "perchè non ci vuoi far vedere cosa sai fare?" infatti è "Perchè poi ridete!!"...ma quando mai!!!!
Ciao Daddy.
Io da piccola ero come tuo figlio e un po' anche il mio bambino (3 anni) si comporta così.
Secondo me è molto semplice. Laddove deve dimostrare a voi di saper fare sul momento una cosa diventa timido e ha paura di sbagliare, si vergogna. Se invece vi mostra un voto bello è qualcosa in cui ha già avuto successo, quindi nessun rischio, solo relax. Che ne dici?
@MdiMS: è vero, sai. Però quello che reputo strano è che noi non gli abbiamo mai criticato una sua "rappresentazione", quindi non capisco da dove nasca la paura...mah, la psiche ha sempre certe nicchie nascoste...ma è bello riuscire ad aprire una porta ogni tanto ;-)
ma che dolce questa cosa, e bravo tu che hai saputo aggirare un no e farlo diventare un si, anzi, è diventato addirittura un vostro momento speciale.
e bravo daddy!!!!!
Sei proprio un Wonderpapà!
Guarda che è normale per i bimbi essere estroversi e 5 minuti dopo imbarazzati. Io ne ho di esperienza, come tu sai.E le mie tre figlie sono tutte diverse.
A volte non c'è un motivo è solo uno stato d'animo che non riescono a spiegare, a volte le motivazioni si possono nascondere in eventi che magari non sono nemmeno correlati a quello che tu chiedi e a cui non hai neanche assistito...
Secondo me l'importante è essere sempre vigile con i propri figli, e non puntare tanto ad una loro risposta quanto al risultato (che tu hai ottenuto in modo egregio). Far sempre sentir loro la tua vicinanza, qualunque sia il loro stato d'animo e la loro collaborazione.
E soprattutto non spaventarsi per un loro no. Che a volte è semplicemente un NO perchè han volgia di dire NO!
@emily: grazie :-)))
@wondermom: ce la metterò tutto...promesso!!
Gliel'hai estorto con furbizia e sensibilità. Insomma, una mossa da papà intelligente. ;)
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